Abitiamo davvero una società liquida? Se pensiamo a come agiamo, a come entriamo in connessione con gli altri in modalità virtuale, si. Ma se pensiamo agli algoritmi che setacciano i nostri byte?
Siamo disposti ad accettare che l’essere umano sia riducibile ai dati che lo profilano?
Siamo fatti DI relazioni e PER le relazioni, ogni uomo produce parole e ascolta parole ma questo rapporto non è sempre simmetrico e i governi autoritari sembrano trovare nei controlli informatici nuovi strumenti di oppressione. Occorre quindi essere informati, competenti, propositivi. Ogni luogo educativo diviene importante, e anche la famiglia svolge un’azione “politica”.
Come progettare quindi la formazione, come curare le capacità di concentrazione e giudizio critico?