Il 28 ottobre si apre Lucca Comics and Games, tra le più importanti rassegne del settore, seconda nel mondo e prima in Europa. In concomitanza con l’evento, l’ufficio per il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Lucca e la Chiesa evangelica valdese organizzano “Hope & Sustainibility”. Sono stato invitato a parlare sul tema *Sharing Minds / Colonizing Brains* Il disegno, l’immagine, il digitale *condividono le menti* creando relazioni *o le colonizzano* favorendo manipolazioni? La sostenibilità ambientale non è solo ecologia del mondo fisico ma anche ecologia del paesaggio mentale
Si sta affermando, sia pure a fatica, una nuova consapevolezza riguardo la necessità di prendersi cura dell’ambiente: la qualità dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, la salvaguardia dell’ecosfera. Abbiamo un forte bisogno di sviluppare in parallelo una medesima sensibilità verso l’ecologia delle nostre menti, l’informazione, l’ecosfera. Ci “nutriamo” di idee, parole, media non meno che di cibo.
In questo contesto le immagini assumono un valore di particolare rilievo: esse raccontano la realtà, la interpretano, in un certo senso la generano. Come per tutte le realtà dell’infosfera, ma forse in maniera ancora più forte, possono assumere un duplice significato: possono essere il tramite di una relazione tra chi produce le immagini e chi le interpreta (e allora si genera una meravigliosa relazione tra menti), oppure possono essere il veicolo attraverso il quale occupare “militarmente” le menti altrui, colonizzandole. L’incontro affronterà questa alternativa, anche nella prospettiva dell’irrompere nella creazione delle immagini dei software di intelligenza artificiale.
Ogni persona ha bisogno di alternarsi di presenza e di distanza, di interazione con altri e di riflessione personale. Il che non vuol dire solitudine: il pensiero non può fare a meno del testo e delle immagini. Vale a dire di strumenti tecnologici tramite i quali si portano dentro il nostro “paesaggio mentale” i paesaggi mentali altrui, nonché ci prepariamo a rendere il nostro paesaggio condiviso con altri. È la scrittura, nelle sue varie forme a partire da quella iconografica, a rappresentare l’uscita dalla solitudine e l’apertura alla relazione, compresa la relazione formativa. Rappresentare con l’immagine e le parole non si identifica con una particolare tecnologia: la pietra, il papiro, la carta, il silicio, domani chissà cos’altro. “Scrivere” nel senso qui usato significa rendere visibile ciò che è interno, rendere condiviso il nostro mondo interiore. “Scrivere” è un’operazione ben nota agli umani, prima ancora della scrittura su supporto tecnologico. Platone può dire che si “scrive” nell’anima del discepolo: anche la parola pronunciata è una forma di scrittura.
Qui l’articolo di “Lucca in Diretta”
Lucca in Diretta
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