Ho partecipato, su cortese invito della dottoressa Cicalini, alla cerimonia di consegna degli attestati al primo gruppo di studenti che ha completato il percorso triennale di Liceo Scientifico ad indirizzo biomedico presso il Liceo “Francesco Redi” di Arezzo.
Nel 2018, ero allora Dirigente scolastico del “Redi”, avevamo partecipato al bando promosso dal MIUR destinato a selezionare 130 licei classici e scientifici d’Italia, che hanno poi sperimentato a partire dall’anno scolastico 2019/20 il percorso di potenziamento e orientamento “Biologia con curvatura biomedica”.
È stato particolarmente emozionante per me, nel frattempo andato in pensione, tornare nell’aula magna del “Redi” e consegnare, assieme al presidente provinciale dell’Ordine dei Medici, Dott. Droandi, gli attestati a un bellissimo gruppo di studentesse e studenti che avevo lasciato in terza liceo e che ora sono giunti alle soglie della maturità.
Ho condiviso con loro queste riflessioni.
Credo che quattro anni fa abbiamo avuto una intuizione importante: dare un contributo alla società del “prendersi cura”: formazione, salute, tutto è connesso. La pandemia dovrebbe avercelo ricordato, e il problema non è finito. Avevamo bombe atomiche e incrociatori, ma non le mascherine e i caschi per l’ossigeno. Celebravamo influencer, calciatori e presunti vip ma dovevamo la vita a medici, infermieri, personale sanitario (e anche alle cassiere del supermercato).
Abbiamo imparato?
Per la prima volta nella storia della Repubblica, gli infermieri – e con loro i medici e le altre professioni sanitarie – hanno sfilato alla festa del 2 giugno.
Il Pnrr prevede un impegno notevole per le strutture mediche: 15,63 miliardi. Entro il 2026, finanzieranno investimenti, nuovi ospedali, case della comunità, centri operativi territoriali… aumentando il fabbisogno di personale medico e infermieristico. Tuttavia non mancano i problemi, soprattutto per il personale. L’incremento dei pensionamenti e delle dimissioni volontarie è tale da mettere seriamente in pericolo la tenuta del Ssn, visto che di fronte ad uscite di circa 7mila medici specialisti ogni anno, l’attuale capacità formativa della Università è pari a circa 6mila neo-specialisti. Il Pnrr ci darà nuovi ospedali ma potrebbe mancare il personale per farli funzionare.
Per quanto riguarda gli infermieri, la Missione 6 del Recovery Plan inviato a Bruxelles raddoppia la disponibilità di risorse per l’assistenza sul territorio: reti di prossimità, Casa della Comunità, domicilio, Ospedali di comunità. Gli infermieri saranno decisivi per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero o in tutti quei casi dove c’è bisogno di una particolare assistenza vicino al domicilio del paziente. Però già oggi mancano 63mila infermieri e se il Pnrr manterrà le sue promesse il fabbisogno supererà quota 100mila.
Ma non ci sono solo medici e infermieri: il documento di riforma con cui si definiscono i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale, che individuano i fabbisogni minimi di personale introducono in modo strutturale nel servizio sanitario anche ‘nuove’ figure professionali (infermiere di famiglia e di comunità).
Gli studenti che si sono avvicinati alle professioni sanitarie in questi anni rappresentano la generazione che sarà decisiva per la sfida della salute in società complesse. Non solo il diritto alla salute deve essere effettivamente reso effettivo nelle nazioni più povere, ma non è neppure automaticamente garantito in quelle più prospere. Deve far riflettere che per la prima volta nella storia l’aspettativa di vita è calata per due anni consecutivi anche in Paesi come gli Usa (anche senza tener conto della pandemia) o la Russia. Occorrono corretti stili di vita, garanzia di tutela dell’ambiente, cura dell’eccellenza medica ma anche della medicina di prossimità, di modalità integrate di cura: ospedale, case della salute, assistenza domiciliare, telemedicina, e così via. Ci sono tantissime prospettive di lavoro e opportunità professionali: infermieri, tecnici, medici, farmacisti, biomedici e biofisici, bioinformatici, IA applicata alla medicina…. Nel solo Ssn ci sono circa 30 professioni differenti,
Auguro a tutti i nostri studenti (mi sono permesso di chiamarli ancora così) di trovare la loro strada per la propria realizzazione professionale e per il benessere della comunità. Viviamo giorni nei quali sembra prevalere il desiderio di morte e l’aggressione militare, con ingenti risorse economiche, tecnologiche, scientifiche. Ma è la cura della vita il segno della vera civiltà.
Informazioni sul Liceo Biomedico
Il percorso didattico, unico in Italia nella struttura e nei contenuti, è istituzionalizzato grazie alla sottoscrizione di un protocollo tra il Direttore Generale degli Ordinamenti scolastici e il Presidente della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri. La prospettiva è quella di fornire risposte concrete alle esigenze di orientamento post-diploma degli studenti, per facilitarne le scelte sia universitarie che professionali: centocinquanta ore di lezioni frontali e sul campo per capire, sin dalla terza Liceo, se si abbiano le attitudini a frequentare la Facoltà di Medicina e comunque facoltà in ambito sanitario. Il percorso nazionale ha una struttura flessibile e si articola in periodi di formazione in aula e in periodi di apprendimento mediante didattica laboratoriale. La sperimentazione è indirizzata agli studenti delle classi terze, con una durata triennale (per un totale di 150 ore), con un monte ore annuale di 50 ore: 20 ore tenute dai docenti di scienze, 20 ore dai medici indicati dagli ordini provinciali, 10 ore “sul campo”, presso strutture sanitarie, ospedali, laboratori di analisi individuati dagli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Provinciali; l’accertamento delle competenze acquisite avviene in itinere in laboratorio attraverso la simulazione di “casi”. Con cadenza bimestrale, a conclusione di ogni nucleo tematico di apprendimento, è prevista la somministrazione di un test: 45 quesiti a risposta multipla condivisi dalla scuola capofila di rete che gestisce anche la piattaforma web (www.miurbiomedicalproject.net), per la condivisione, con i licei aderenti alla rete, del modello organizzativo e dei contenuti didattici del percorso. Una Cabina di Regia nazionale (MIUR e Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici), eserciterà la funzione di indirizzo e di coordinamento e valuterà sulla base dell’efficacia dei risultati scientifici ottenuti a fine percorso, la possibilità di regolamentare l’indirizzo in tutti i licei scientifici del Paese