Martedì 29 presentazione a *Pratovecchio* , sala del Cenacolo, del mio libro *Connessi e in relazione”. presso ex monastero di S. Maria della Neve in piazza Jacopo Landino a Pratovecchio. Appuntamento alle ore 16.00.
Facebook nasce nel 2004: se fosse uno Stato oggi sarebbe il più popolato al mondo, con oltre due miliardi di abitanti[1]. Potremmo addirittura parlare di “stati virtuali”, presso cui nominare perfino degli ambasciatori. Non è una battuta: sono aziende private che hanno assunto un ruolo determinante, finendo per avere alcune caratteristiche del potere politico degli Stati. Si pensi alle diverse strategie di Facebook e Twitter nei confronti dei post di Trump successivi all’uccisione di George Floyd da parte di agenti della polizia di Minneapolis. Il 29 maggio 2020 Trump scrive: «Quando il saccheggio inizia, inizia la sparatoria». Non è una frase qualsiasi, riprende quella pronunciata nel 1967 dal capo della polizia di Miami contro le proteste dei neri. Twitter ha contrassegnato il tweet come incitamento alla violenza, Facebook no. Zuckerberg ha dichiarato che i social non devono essere arbitri della verità, anche se molti suoi manager lo hanno contestato. Ad agosto invece Facebook è intervenuta su un altro post di Trump nel quale il presidente sosteneva che la pandemia non colpisce i giovani. È chiaro che in entrambi i casi (contrassegnare i post o non farlo) i social stanno agendo con un potere sovrano tipico dello Stato.
Al di là dei singoli episodi sono evidenti alcuni aspetti:
- Immettere questo o quel tipo di informazione nei social ha una forza di enorme portata
- Come garantire che i social non siano cassa di risonanza di chi ha già canali importanti (come un presidente Usa), promuovendo una pluralità di punti di vista?
- Si devono porre regole e limitazioni? Dove trovare l’equilibrio, se c’è, tra libertà di espressione e difesa dalla manipolazione?
- Chi è il soggetto legittimato a porre eventuali regole e a controllarne l’applicazione? Lo Stato con leggi del Parlamento? Il legislatore internazionale? Norme di policy delle singole aziende private?
[1]A metà 2020 erano 2.269.211.635. In Italia risultano iscritte 30 milioni di persone: tolti grandi anziani e bambini vuol dire quasi la totalità. In Europa 350 milioni, penetrazione nella popolazione quasi al 90% (Fonte: InternetWorldStat).