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Homo Roboticus – Pratovecchio 26 marzo



Pratovecchio, Sala “Il Cenacolo”, Piazza Landino

Ore 16.00

Siamo molto cambiati.

Da quanto tempo siamo sulla Terra? I primi ominidi sono comparsi 4,4 milioni di anni fa; l’Homo Abilis 2 milioni, l’uomo di Neanderthal 200.00 anni fa e poco dopo siamo arrivati noi, Sapiens Sapiens. Uso delle mani, pietre scheggiate, fuoco, linguaggio, caccia, cura di anziani e sepolture, arte, domesticazione degli animali, agricoltura… in tutto sono stati necessari oltre quattro milioni di anni.

Poi tutto è andato così veloce…

Siamo sempre della stessa specie? La distanza che ci separa dal primo Homo Sapiens è più grande di quella che separa Homo Sapiens dall’uomo di Neanderthal. Gli storici fanno notare che un inglese del 1750, dal punto di vista della sua esistenza materiale, era più vicino ai legionari di Cesare che ai suoi pronipoti del XIX secolo.  E il XXI secolo?  La tecnologia (soprattutto quella digitale) ci sta preparando a un salto di specie?

L’arrivo del linguaggio ha cambiato le cose.  E l’estroflessione del nostro corpo (cfr la settimana scorsa) non ha riguardato più solo il fisico o i sensi, ma anche il ragionamento.

L’evoluzione naturale ha avuto miliardi di anni per arrivare a una così alta efficienza. L’evoluzione culturale è enormemente più veloce. Il linguaggio trasmette il sapere da una generazione all’altra, non ha bisogno di aspettare la modifica del patrimonio genetico. D’altra parte il nostro cervello è di una complessità incredibile.

Da IBM un mostro capace di oltre 70 mila miliardi di operazioni in un secondo. Ma i 1.000 mld di neuroni del nostro cervello (ogni neurone ha 10.000 connessioni e opera a 1.000 operazioni al secondo) vengono battuti quanto alla velocità di calcolo grezza, ma sanno fare molte altre cose utilizzando una conoscenza profonda del reale. Inoltre è più piccolo e consuma meno energia…

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