Lo sport e la sua rappresentazione sono tra gli ingredienti fondamentali per comprendere le caratteristiche di una società. Il razzismo ad esempio si è fatto sentire pesantemente nel pugilato, e nel modo in cui veniva rappresentato.
Jack Johnson fu il primo nero a battersi e a vincere il titolo di campione di boxe nei pesi massimi. Fu un evento storico, accaduto il 4 luglio 1910 a Reno. In realtà già nel 1908 Johnson aveva battuto un bianco a Sidney, ma l’incontro non era stato validato. Le riprese cinematografiche dell’incontro erano state vietate. Anche quelle del 1910 furono vietate in diversi stati Usa. Come persona era più equilibrato il bianco, che veniva da sei anni di sospensione della boxe, dove aveva vinto qualsiasi cosa tra i 24 e i 28 anni, poi si era messo a gestire una fattoria in campagna. L’opposto Johnson: provocatore, dilapidatore, estremista. Guadagna un sacco di soldi e un sacco ne spende, soprattutto in belle auto. Si vanta di un razzismo al contrario, vendicativo: ha tre mogli bianche, un autista bianco, paga molte prostitute bianche. Deve fuggire in Europa per alcuni anni. Quando torna nel 1915 è finito: viene battuto a boxe, ma rimane un idolo per i neri. Apre un locale a Manhattan che poi diventerà il Cotton Club. Nella boxe imperversa la malavita delle scommesse. Il campione afroamericano morì il 10 giugno 1946 in un incidente automobilistico presso Frankliton, Carolina del Nord, dopo che si era messo alla guida arrabbiato perché un ristoratore aveva rifiutato di servirlo per il colore della sua pelle.
Video originale (da You Tube)
Nonostante il divieto, i suoi incontri sono però stati ripresi, anche nel 1908. E quelle immagini hanno sempre circolato, più o meno clandestinamente. Sono immagini tremolanti, doppiamente in “bianco e nero”: non solo per la tipologia dei fotogrammi, ma anche per lo scontro emblematico tra i due colori della pelle. Ancora oggi si possono vedere su You Tube. Una questione razziale che anche fatti recenti dimostrano molto grave, specialmente ma non solo – negli Usa. Anche nella sua rappresentazione mediatica.