“Femmina inquieta, vagabonda, disobbediente e contumace che a titolo di devozione intentava cattive dottrine, uscendo dalla clausura contro l’ordine del concilio tridentino e dei superiori, insegnando da maestra contrariamente a quanto san Paolo insegnò ordinando che le donne non insegnassero”.
Così scrive di santa Teresa d’Avila (donna Teresa de Cepeda y Ahumada), carmelitana, il nunzio apostolico Filippo sega nell’anno 1578.
“La dottrina di santa Teresa d’Ávila risplende dei carismi della verità, della conformità con la fede cattolica, dell’utilità per l’erudizione delle anime;… divina ispirazione in questa prodigiosa e mistica scrittrice”
Così si esprime Papa Paolo VI che il 27 settembre 1970 la proclama Dottore della Chiesa, prima donna insieme a Caterina da Siena ad avere questo titolo.
Papa Paolo V l’aveva dichiara beata nel 1614 e Gregorio XV proclamata santa nel 1622.
Il padre di Teresa ne aveva annotato la nascita, come si usava, nella pagina bianca della Bibbia di famiglia:
Mercoledì 28 marzo 1515 nacque Teresa, mia figlia, alle cinque del mattino, mezz’ora più mezz’ora meno, avvenne nel detto mercoledì che quasi albeggiava”
Hanno scritto di lei filosofi e filosofe:
Julia Kristeva: Teresa scrittrice in un secolo in cui
“alla santità delle donne si concede l’essere vissuta, ma non pensata”
“Il vostro cammino attraverso le dimore del castello interiore non è un’impasse sul modello di Kafka: gli accessi sono permeabili, nessuna porta chiusa proibisce l’accesso del Maestro”
Miguel de Unamuno:
“Vedendo Ávila si comprende come e da dove viene l’immagine del castello interiore o delle dimore di diamante”
Emil Cioran
“Come non sentirsi vicini a santa Teresa che, essendole apparso Gesù, uscì di corsa e si mise a ballare in mezzo al convento, in unn trasporto frenetico, battendo il tamburo per chiamare le sorelle a condividere la sua gioia?”
“Femmina inquieta“.