L’autore e interprete di questa canzone è un ragazzo del Camerun giunto in Italia dalla Libia, dopo un primo respingimento delle “motovedette” libiche. La canzone è stata pubblicata grazie al supporti di volontari italiani. Chi vuole può mettere un Like per renderla più visibile in Rete e, chissà, dare un’opportunità.
La canzone racconta una storia di sfide, determinazione e ricerca di riscatto. L’immagine iniziale del “coltello alla gola”e del “mare” richiama momenti di pericolo estremo, al viaggio migratorio dell’autore che si trova a dover affrontare queste sfide da solo, evidenziando il senso di abbandono: “Quand j’étais dans la mer, t’étais où ?” (Quando ero nel mare – Mediterraneo – tu dov’eri?).
Le difficoltà affrontate sono simboleggiate dai “colpi incassati”, ma ciò che emerge è la resilienza. L’autore si definisce parte di una “génération miracle”, una generazione che, nonostante tutto, riesce a sopravvivere e a trovare la forza per andare avanti. Questo tema è ulteriormente rafforzato dalla metafora dello zaino, che non contiene oggetti materiali, ma “courage, détermination et amour” (coraggio, determinazione e amore), valori essenziali per affrontare la vita.
La canzone sottolinea anche la necessità di ricostruirsi e abbandonare il passato: “En plein Turin, je nique la vie d’avant”. Qui l’autore segna un punto di svolta, un distacco netto dalla vita precedente. Questa trasformazione è legata non solo a un cambiamento personale, ma anche al desiderio di successo: “Il faut l’oseille pour laver mes cicatrices”. Il denaro diventa simbolo di riscatto, un mezzo per guarire le ferite del passato.
Il viaggio è estremamente pericoloso: “44 en bateau” (44 persone su una barca), spinta da un motore fragile da 25 cavalli. L’autore dipinge un quadro di caos e smarrimento, descrivendo “3 bussoles sans directions” (3 bussole senza direzione), simbolo della totale incertezza e vulnerabilità del momento. La situazione è talmente grave che non c’è spazio per atteggiamenti da duri: “Y’a personne pour jouer les gangstars”, sottolineando la serietà del viaggio e il pericolo imminente. In questo contesto, l’autore rende omaggio a chi ha perso la vita lungo il cammino, con un ricordo che non svanisce ma come nel verso : “Beaucoup sont morts sur la route là, R.I.P., on vous oubliera pas”.
Non manca l’importanza del gruppo e della solidarietà: “Équipe solide, bah ouais t’as vu, comment on arrive à toute allure.” La forza del collettivo permette di affrontare meglio le difficoltà. L’autore si sente parte di una squadra unita, pronta a sostenersi a vicenda in ogni situazione. Il senso di appartenenza è fondamentale, soprattutto quando si affrontano sfide che sembrano insormontabili.
Il testo si chiude con un senso di consapevolezza e maturità raggiunta attraverso le esperienze vissute. Nonostante il caos e la perdita della “route de la maison”, simbolo della disconnessione da un passato stabile e familiare, l’autore non si lascia sopraffare. Al contrario, questo smarrimento diventa uno stimolo per trovare una nuova direzione e costruire un’identità solida. Ogni difficoltà affrontata diventa occasione di crescita e riscatto, alimentando la determinazione di superare gli ostacoli e di trasformare le sfide in opportunità.
Il viaggio, pur nelle sue difficoltà e incertezze, si fa metafora di una nuova libertà, dove la resilienza e la speranza prendono il sopravvento. L’autore si prepara a costruire un futuro migliore, con la consapevolezza che ogni esperienza lo ha reso più forte. Il cammino continua, spinto da coraggio, solidarietà e la voglia di trasformare i sogni in realtà.